Lampada a induzione magnetica contro lampada a LED
Uno dei più grandi misteri tecnologici è la ridotta diffusione della lampada a induzione magnetica, inventata a fine 800′ dal genio censurato di Nikola Tesla.
Come riportato nel documento di Piero Pieracci (Lampade a induzione magnetica- tecnica e strategie), che allego al presente articolo, “Il 23 Giugno 1891 gli venne riconosciuto il brevetto USA 454.622 riferito a questo sistema di trasferimento energetico che deve essere considerato una forma “precoce” di moderna lampada ad induzione”.
Rispetto a quella a LED la lampada a induzione magnetica offre una serie di vantaggi che la rende imbattibile, allo stato attuale, per le applicazioni industriali e stradali sopra gli 80w, equivalente per le potenze da 50 a 80w, non conveniente per le potenze fino ai 50w usate prevalentemente nel mercato domestico.
Non è conveniente per le piccole potenze perché i componenti sono più ingombranti e quindi mal si adattano alle ridotte dimensioni richieste dal mercato domestico. Ma la rapida evoluzione tecnologica dei giorni nostri potrebbe apportare delle migliorie in tal senso.
Come mai una tecnologia così funzionale non ha avuto successo ? Probabilmente perché è nata nello stesso periodo della lampada ad incandescenza, ma avendo una durata molto maggiore non era assolutamente conveniente per i produttori.
Infatti la lampada a induzione magnetica ha una vita media di 100.000 ore, enormemente più alta di quella a incandescenza, concorrente diretta a suo tempo. Inoltre dura circa il doppio rispetto alla moderna lampada a LED.
Un’altra importante caratteristicha di questa tecnologia è il comfort luminoso offerto da una luce più naturale. Le più accecanti lampade a LED sono dotate di particolari accorgimenti per renderle meno nocive alla vista, sebbene ciò ne limiti la resa. Questo vantaggio non è trascurabile in un epoca in cui la salvaguardia della salute delle persone è un tema di grande attenzione.
Altri sono i vantaggi che la lampada a induzione magnetica offre, come la minore sensibilità al tremolio luminoso indotto dai Flicker. Ma rimando l’approfondimento a questa interessante tecnologia con la lettura del documento di Piero Pieracci, che allego qui di seguito.